IL CORAGGIO DI PRENDERSI CURA DELLA PROPRIA SALUTE

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L’UNIVERSITA’

Iniziata nell‘adolescenza, la mia pancia irritata non mi ha più lasciata. Finite le superiori, con mio grande sollievo, sono iniziati gli anni dell’università a Torino. Adoravo vivere a Torino, a 19 anni ero indipendente, in una grande città e responsabile di me stessa. Come da buona fuori sede, vivevo in un bilocale anni ’70, con una coinquilina e pagavo uno sproposito. Di giorno si seguivano le lezioni, e alla sera, si andava in giro per la città. Principalmente agli apericena in cui si spendeva poco e si mangiava gratis. Negli anni universitari ho fatto diversi lavori, come cameriera in pizzeria, in pub, aiuto compiti, facevo un po’ di tutto per racimolare qualcosa e poter pagare l’affitto.

Insomma lavoravo, studiavo, uscivo con gli amici, avevo una vita normalissima. In tutto questo c’era però un problema: la mia pancia.

In quegli anni avevo però capito che il gelato allo yogourt non mi faceva bene, ogni volta che lo mangiavo dovevo correre in bagno. Il kebab lo adoravo, mi gonfiava un sacco e faticavo a digerirlo, infatti negli ultimi anni di università l’avevo tolto dall’alimentazione, anche se a malincuore.

Direi che è intorno ai 25 anni che ho iniziato a chiedermi se soffrissi davvero di colon irritabile o se ci fosse una causa che non avevo preso in considerazione. Purtroppo mi basavo ancora su quello che mi diceva il mio dottore e continuavo a considerarlo colon irritabile, anche se non era dovuto all’ansia.

All’eà dei 29 anni, con l’aiuto del mio attuale compagno, ho preso coscienza che il malessere poteva essere legato alle intolleranze alimentari. Da quel momento,armata di coraggio, ho preso in mano la mia vita e ho iniziato l’iter dei mille esami.

L’ILLUMINAZIONE

Prick test

Il primo esame che ho fatto è stato il prick test. Un test veloce che consiste nel pungere l’avambraccio con sostante allergizzanti. In quello che ho fatto erano presenti i più comuni, pomodoro, glutine, latte,etc.. Lì ho avuto la mia prima illuminazione: l’ISTAMINA. L’istamina viene usata come marker, per verificare che il test sia efficace. Di tutti gli alimenti provati, non ne è uscito nessuno. Il dottore mi ha consigliato di indagare l’istamina, che probabilmente era quella. Sono partita a razzo, ho chiesto informazioni ad un centro che in teoria doveva occuparsene ma così non era. Mi sono armata di volontà, ho indagato su internet, nei libri per stilare una lista degli alimenti proibiti ed ho iniziato la mia dieta super restrittiva. Ero convinta che fosse quello.

La mia dieta consisteva principalmente in prodotti senza glutine, proteine, verdure e prodotti senza lattosio. Gli insaccati, i lavorati, i pomodori, le melanzane, i funghi, il cioccolato,le bevande alcoliche e tutto quello che liberava istamina erano banditi.

Per la prima volta in tutta la mia vita ho visto i primi miglioramenti. Non ci potevo credere! Ero al settimo cielo. La pancia non era più gonfia e sempre irritata. Non era ancora tranquilla, ma non mi dava più tanto fastidio. Dormivo meglio e digerivo meglio. Gli attacchi di dissenteria erano diminuiti notevolmente. Insomma ero migliorata.

C’era comunque ancora qualcosa che mi dava fastidio, a volte mi venivano pustoline minuscole sul collo, che come apparivano sparivano. Avevo sfoghi su gambe e su braccio che ciclicamente si palesavano. Insomma ero migliorata ma non del tutto. C’era ancora qualcosa che mi dava fastidio.

I CONSULTI

Convinta che l’istamina fosse la causa, ho continuato a fare altri esami. Volevo capire fino in fondo perchè la situazione non migliorava ulteriormente. Così mi sono rivolta ad un allergologo. Con lui sono tornata al punto di partenza, di allergie non ne avevo quindi era colon irritabile. L’istamina non era neanche da prendere in considerazione.

Così mi sono rivolta ad un gastroenterologo, ero giovane, sana, per lui la dieta che mi ero imposta era troppo ferrea. Anche per lui era colon irritabile, dovevo mangiare di tutto e ogni tanto fare la cura di fermenti. Se proprio avessi voluto,dal canto suo, l’unica sarebbe stata una bella colonscopia, che però sconsigliava vista la mia salute generale.

Zeolite

Dopo aver lasciato passare un po’ di tempo mi sono rivolta ad un biologo-nurizionista, in quanto, nonostante la dieta continuavo ad avere dei fastidi. In questo caso l’approccio è stato più sulla dieta. Mi è stata data una dieta bilanciata, sempre con esclusione di lattosio e glutine. Ho iniziato con la zeolite, una pietra che lavorata aiuta ad eliminare tutte le tossine presenti nel corpo. Purtroppo a me faceva più male che bene. L’ho presa per un po’ ma poi mi infiammava di più ancora e quindi ho smesso. La dieta l’ho seguita per 2 mesi, ma purtroppo c’erano alimenti che non riuscivo a mangiare, come la frutta secca al mattino, mi irritavano troppo la pancia. Ancora una volta, quella non era la soluzione. Non avevo ancora individuato tutte le cause della mia infiammazione. Non era la strada giusta per me e ho lasciato perdere.

Quello che ho notato è che non ho trovato in nessuno la volontà di capire da dove scaturiva il mio problema. Si risolveva sempre tutto con colon irritabile, anche se non rientravo del tutto nelle sue cause.

GLI ESAMI ALTERNATIVI

Scoraggiata da quelle esperienze ho deciso di fare tutti quegli esami ritenuti inutili in quanto non scientificamente provati. Io ero del parare che mi avrebbero aiutata. Così determinata ho fatto gli esami del sangue per le intolleranze, in cui testavano più di 250 alimenti. Sono usciti diversi alimenti, molti dei quali compresi nella dieta anti instamina, e ho integrato con gli altri usciti, escludendoli. La mia pancia continuava a migliorare.

Vega test

Ho fatto l’esame della calprotectina fecale, è un marker per testare l’infiammazione intestinale. Ecco se è maggiore di 100 vuol dire che c’è infiammazione. Il colon irritabile dovrebbe dare un risultato negativo. Io ce lo avevo decisamente alto. Questo coadiuvava la mia tesi che non soffrivo di semplice colon irritabile. Per finire la mia serie di test, non potevo farmi mancare anche l’EAV, o vega test, si basa sulla reattività del corpo a determinati impulsi elettrici legato alle sostanze alimentari. Da quello era uscito il latte e tutti i suoi derivati, il glutine, conservanti e le verdure a foglia verde. Ho ridotto l’insalata, ma era estate, e ci sta che la mangiassi quasi tutti i giorni e quindi uscisse.

COME STAVA IL MIO INTESTINO

Dopo tutti gli esami fatti, senza una diagnosi precisa, la mia dieta continuava ad essere basata sull’intolleranza all’istamina, anche se i disturbi non erano del tutto passati, si erano comunque attenuati. Mi sentivo di nuovo me stessa. Una cosa che ho sempre detestato della mia pancia è che quando era irritata mi faceva essere sempre nervosa. Odio essere nervosa e trattare male le persone, non sono io, non sono fatta così. Per molto tempo non mi sono sentita me stessa, ero sempre, perennemente nervosa. Abbassata l’infiammazione, ero tornata ad essere la persona solare ed empatica che sono sempre stata. Lo adoravo!!

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