Negli ultimi tempi, con il riconoscimento dell’ intolleranza alimentare si sono sempre di più sviluppate terapie per cercare di ridare un po’ di pace a quelle povere persone che ne soffrono.
Ovviamente se prima non si sapeva a chi chiedere aiuto, adesso, troviamo molteplici alternative.
Il problema sta nel trovare la cura migliore per la nostra situazione.
Oggi vi parlerò del programma “Recaller”. Questo metodo è nato da due dottori, Il dott. A. Speciani e G. Piuri, il primo medico chirurgo specializzato in allergologia e immunologia e l’altro dottorando di nutrizione sperimentale e clinica. Essi sono partiti dallo studio dell’infiammazione, che è il modo principale con cui l’organismo risponde alle sollecitazioni negative.
RECALLER PROGRAM
Il recaller program si basa sul presupposto che tutti nasciamo intolleranti, impariamo con lo svezzamento a tollerare gli alimenti che ingeriamo. Questo significa che quando una persona inizia a sviluppare sintomi di intolleranza, può anche guarire con tecniche di riequilibrio del tutto simili allo svezzamento. Non è quello che ingeriamo o odoriamo dall’esterno il colpevole, ma bensì la nostra relazione interna che fa orientare l’organismo in una direzione o nell’altra.
Le soluzioni al problema dell’intollerabilità sono molteplici, e si tratta di lavorare sulla capacità di riadattamento dell’individuo, migliorando la qualità di quello che mangiamo e gli equilibri tra i diversi componenti del pasto.
Come detto la base da cui partire è il nuovo svezzamento della persona. Aiutarlo ad essere più forte immunologicamente e quindi a tollerare di più le sostanze con cui viene a contatto.
Per fare questo il programma prevede una sequenza dietologica di rotazione, ossia una reintroduzione controllata di diversi alimenti nel quotidiano. Questa è in forte contrasto con le diete ad eliminazione. Anche solo due mesi di disintossicazione previsti da queste possono dare maggiori reazioni indesiderate se si ritorna a contatto con l’allergene.
LA DIETA A ROTAZIONE
La dieta a rotazione prevede che anche i cibi incriminati possono essere gradualmente reintrodotti nell’alimentazione quotidiana. Essa è uno schema che prevede l’assunzione libera, 1 giorno a settimana di tutti i cibi desiderati, mentre negli altri ci deve essere assoluta astensione. Superato questo periodo che può variare da poche settimane a mesi, in base alla gravità dell’intolleranza, è possibile tornare a consumare con maggiore frequenza l’alimento non tollerato.
Ovviamente le reazione alla reintroduzione del cibo incriminato vanno tenute sotto controllo, in quanto costituiscono un’indicazione importante per l’eventuale necessità di passare a uno schema più o meno restrittivo.
Per capire quali alimenti vi danno fastidio all’inizio della terapia vi verrà fatto un prelievo di sangue e un test su 170 alimenti, in modo da scoprire a quali di questi si ha intolleranza e partire con una dieta mirata.
Se la terapia va bene e l’individuo riacquista man mano tollerabilità, nel giro di 6/8 mesi si potrà ricominciare a mangiare quasi del tutto liberamente, mantenendo sempre un paio di giornate di astensione totale in modo da non affaticare e di nuovo infiammare il corpo.