Come il colon irritabile mi ha rovinato la vita

Ciao, sono Veronica, nata e cresciuta nella provincia di Cuneo, laureata in Architettura, impiegata nel settore navale.
Negli articoli vi parlerò del colon irritabile, le intolleranze e il mio rapporto di amore odio con la mia pancia.

Vi siete mai sentiti perennemente stanchi, già appena svegli al mattino?
Vi è mai capitato di sentirvi sempre in ansia,con un batticuore perenne ?
Avete mai passato giorni con la tristezza che non se ne va senza sapere da cosa sia portata?

Insomma vi siete mai sentiti esauriti,stanchi,come se doveste crollare da un momento all’altro, senza però avere cause reali a cui attribuire tutto ciò?
Avete mai avuto gonfiore, difficoltà digestive, dissenteria, stitichezza, crampi, mal di schiena, acne, anemia, dermatiti, pruriti che come apparivano, sparivano?
Bene, questo è tutto ciò di cui ho sofferto negli anni.

L’ACNE

L’acne cistica è stato uno dei primi sintomi che mi ricordo. Ho combattuto contro l’acne per anni. Mi si formavano degli accumuli sottocutanei che il più delle volte non maturavano, e quando sparivano mi lasciavano una bella macchia in viso.

Ho girato decine di dermatologi per trovare il rimedio giusto. Tutte le creme che ho messo in faccia non hanno mai fatto migliorare la situazione. Quando avevo 17 anni, mi è stato prescritto un medicinale  che mi ha tolto ogni briciolo di sebo che avevo. Pensate che i capelli potevo non lavarli per settimane ed erano sempre puliti, anche dopo 1 ora di palestra!!
Questo ha risolto il problema, le cisti non sarebbero più tornate. Una volta smesso di prenderle però, la mia pelle era comunque infiammata. Mi rimanevano i pori dilatati e la pelle grassa in alcune parti, ma non ci davo peso, senza più l’acne, potevo accettarlo. 

IL GONFIORE

Gli anni dell’adolescenza sono stati anche gli anni della pancia gonfia. Perennemente gonfia e irritata, non so quante bustine di Benefibra ho consumato in quegli anni. Ma nonostante tutto il gonfiore c’era sempre, e la sensazione della “pancia che punge” se la schiacciavo non spariva mai.

LA FAME

A quel tempo mangiavo tantissimo, avevo perennemente fame. Con gli anni avrei capito che quella sensazione di fame perenne, oltre ad essere in parte fisiologica, era dovuta anche all’infiammazione intestinale. Non ho mai preso molto peso, ma ero gonfia, rispetto ad oggi portavo una taglia in più. Sarebbe bastato eliminare alcuni alimenti che mi facevano male per sgonfiarmi.

VALERIANA

Quanti rimedi ho provato durante tutta la mia vita non saprei. Il primo che è entrato nella mia vita è stata la valeriana, un’erba naturale con proprietà calmanti. La pancia non mi dava tregua e anche la notte non riuscivo a dormire mai bene. Quelle pastiglie naturali mi aiutavano a dormire e a calmare quel senso di ansia che mi sembrava di avere sempre.

FERMENTI LATTICI

Andavo avanti a fermenti lattici, direi che ne ho provati di tutti i tipi. Putrppo non ho mai trovato quelli giusti, dopo una settimana in cui li prendevo quasi tutti mi peggioravano la situazione invece di risolverla. Una volta mi è venuta un’orticaria su tutto il braccio sinistro passato subito appena ho smesso di prenderli.

L’ANEMIA

L’altra cosa che mi ha accompagnata da quando mi ricordo è stata l’anemia, quante pastiglie di ferro ho provato a prendere!! Senza mai riuscirci efficacemente perché mi facevano venire un mal di pancia tale che non era fisicamente sopportabile.
E’ così che è iniziata la mia storia di intolleranze , ma come già scritto, avrei capito che si trattava di quello molti anni dopo.

LA DISSENTERIA

La parte che più mi dava fastidio erano gli attacchi di dissenteria che mi prendevano di punto in bianco. Potevano prendermi in qualsiasi posto mi trovassi e non c’era modo di trattenersi, in nessuna maniera!

Il disagio

VI racconto questo episodio per farvi capire il disagio. Era un lunedì mattina, andavo a lavoro, ero in macchina tranquilla, la radio accesa, ancora rincoglionita dal sonno, e stavo guidando nel traffico cittadino. Avevo iniziato uno stage di 6 mesi in uno studio di architettura e prima di recarmi in ufficio dovevo passare all’INPS a prendere alcune carte. Stavo arrivando nei pressi dell’ufficio quando mi prendono i crampi che ormai conoscevo bene. Avrei avuto bisogno di un bagno a breve. Come ho detto era lunedì, in città è il giorno di chiusura degli esercizi commerciali, quindi di bar che potessero aiutarmi difficilmente ne avrei trovati, speravo solo di riuscire a resistere.

Help!

La mia speranza è stata vana, come ho parcheggiato è arrivata la fitta definitiva che mi indicava che dovevo trovare subito un bagno, all’istante, o me la sarei fatta addosso. Quella non era un’alternativa che mi piaceva considerare. Ho iniziato la ricerca di un luogo, sudavo freddo, e la pressione si faceva sempre più alta. Stavo quasi per cedere, quando finalmente ho visto l’unico bar aperto, mi ci sono fiondata, ho ordinato un orzo, e mi sono fiondata in bagno. Non vi dico il sollievo, i miei pantaloni e la mia dignità erano salvi.

Questo è quando ho rischiato di più, ma le uscite e gli appuntamenti in cui mi sono dovuta assentare per 3/4 volte nell’arco di mezz’ora, ormai non li conto neanche più. All’epoca era una situazione che mi creava forte disagio, oltre al malessere fisico, non mi piaceva parlare della mia pancia e del mio problema. Mi metteva in imbarazzo, e pensavo che le persone non l’avrebbero capito e compreso.

L’EVOLUZIONE

Il malessere che era nato durante le scuole medie, alle superiori ha iniziato lentamente ad acuirsi. Ho passato momenti in cui i crampi alla pancia non mi lasciavano dormire tutta la notte. Mi ricordo di una volta che era talmente irritata da non riuscire a mangiare più niente. Avevo dei crampi fortissimi che mi impedivano di buttare giù qualsiasi cosa.

Mi sono rivolta diverse volte al mio medico di famiglia ma la sua risposta era sempre colon irritabile. Mi chiedeva se ero stressata, ma non sono mai stata una persona ansiona. Per lui la soluzione era di accettarlo e andare avanti così, tanto non c’era una soluzione. Ripensandoci adesso, direi che non si è mai sforzato di trovare una soluzione al mio disagio. Avrei dovuto prendere io in mano la mia vita, ma l’avrei fatto solo molto più avanti.

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